Il nostro piccolo ha il sonno molto agitato, fatica ad addormentarsi e, quando finalmente riesce a farlo, dorme male, spesso russa, si dimena cambiando continuamente posizione, suda e capita che faccia anche pipì a letto.
Se ci mettiamo poi ad osservare da vicino il cucciolo durante la sua tormentata notte, notiamo che non si tratta di un semplice russare, ma anche di sbuffi, episodi di affanno derivati da blocchi momentanei della respirazione, che poi riprende regolarmente.
Durante il sonno, insomma, il respiro si blocca in maniera intermittente: questo significata con molta probabilità che il bimbo sta soffrendo di apnee notturne.
Si chiama Sindrome OSAS (Obstructive Sleep Apnea Syndrome) ed è un disturbo della respirazione che si manifesta durante il sonno, maggiormente negli adulti, ma anche il 2% circa della popolazione pediatrica in età prescolare e scolare ne è colpita. La forma ritenuta più aggressiva e pericolosa si manifesta con eventi ricorrenti di parziale o completa ostruzione delle vie aeree durante il sonno, che interrompono la normale ventilazione, provocando di conseguenza una frammentazione del sonno stesso, deficit neurocognitivi e patologie cardiovascolari anche in tenera età. Nei casi più gravi si può rilevare un'ipertensione arteriosa che incide negativamente sul sistema cardio-circolatorio, provocando alterazioni metaboliche e dunque riflessi sullo sviluppo e sulla crescita, oltre a rischi di riduzione delle capacità riflessive e del quoziente intellettivo.
"La principale causa di OSAS pediatrica deriva da un'ipertrofia adeno-tonsillare. Ma vi e' anche una correlazione (meno frequente) con patologie neuromuscolari, obesità e alterazioni anatomiche cranio-facciali." Spiega il dott. Francesco Peverini, Direttore Scientifico della Fondazione per la Ricerca e la Cura dei Disturbi del Sonno, che ha recentemente lanciato un allarme a proposito di questa sindrome. "E' necessario e urgente sensibilizzare le famiglie, i pediatri ed i medici scolastici affinché intervengano per tempo nell'individuare i piccoli pazienti affetti da OSAS al fine di evitare l'acuirsi di rischi futuri. Si tratta di disturbi che possono riguardare l'individuo in qualsiasi fase del suo sviluppo."
Oltre ai sintomi notturni sopra descritti, facilmente identificabili, gli specialisti informano che i bambini affetti da OSAS mostrano solitamente problemi comportamentali anche durante il giorno: spesso iperattivi e facilmente irritabili, ottengono uno scarso rendimento scolastico per la ridotta capacità a mantenere viva l'attenzione, la capacità riflessiva e la memoria a lungo termine; hanno poi un'ansia immotivata, paure intense e frequenti. Per altri, invece, i sintomi più comuni possono essere pigrizia,svogliatezza e sonnolenza, in alcuni casi addirittura inappetenza e dunque rallentamento della crescita ponderale.
"E' necessario che, durante le visite pediatriche o di medicina scolastica, si trovi il tempo per identificare la patologia, con un'attenta anamnesi riguardante sia il sonno che il russamento, utilizzando anche appositi test, ma coinvolgendo sempre i genitori che dovrebbero diventare attenti osservatori" ammonisce Peverini, ma allo stesso tempo rassicura che, nella maggior parte dei casi, derivando la sindrome da un'ipertrofia adeno-tonsillare, il bambino potrà essere curato utilizzando un trattamento medico con corticosteroidi topici e antistaminici prima di ricorrere alla chirurgia, di pertinenza otorinolaringoiatrica. In ogni caso è sempre caldamente consigliata una diagnosi nei centri specializzati di Medicina del Sonno (LaStampa 22/06/2012)
L'ortodonzia può diventare un valido supporto terapeutico per i bambini sofferenti di OSAS, quando queste siano sostenute da malocclusioni dentali e osse caratterizzate da un arretramento della mandibola. Nei nostri studi di Torino e Neive abbiamo attivato una collaborazione con uno specialista pneumologo esperto in medicina del sonno per aiutare i nostri pazienti.